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Capri: Chiesa di Santo Stefano

Uno dei punti di riferimento dell’isola di Capri è sicuramente la chiesa di Santo Stefano. Questa chiesa monumentale è stata la cattredrale dell’isola dal 1560 al 1818, prendendo il posto riservato, fino ad allora alla chiesa di San Costanzo, conosciuta, ad oggi, con il nome di Maria Santissima della Libera.

La costruzione della chiesa di Santo Stefano

La chiesa di Santo Stefano fu costruita sulla struttura di un’altra chiesa, dedicata a Santa Sofia. Secondo le testimonianze in questo luogo si ergeva anche un vecchio monastero benedettino, le cui origini sono datate al 580 d.C.

Del precedente impianto rimane solo il campanile, quest’ultimo situato proprio sulla Piazzetta.

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Autore: ell-r-brown

La chiesa di Santo Stefano è stata realizzate nel 1688 dal progetto dell’architetto Francesco Antonio Picchiatti, ed eseguite dal mastro muratore amalfitano Marziale Aniello Desideri.

La cattedrale fu consacrata dal vescovo Michele Vandeneyndel il 17 maggio 1723, diventando a tutti gli effetti la cattedrale di Capri. I lavori definitici terminarono nel 1751 quando fu sistemato il coro e furono definiti alcuni particolari interni.

Il 1818 fu l’anno della soppressione della diocesi di Capri, che perse la sua funzione di sede vescovile, senza tuttavia perdere di importanza per la popolazione caprese.

Come si caratterizza architettonicamente la chiesa di Santo Stefano?

La chiesa di Santo Stefano unisce diversi elementi architettonici di rilievo. La facciata presenta una trabeazione che la divide in due. Al centro è presente il grande portone di ingresso decorato con finti riquadri i marmo.

Sono presenti anche due portoni laterali. Entrambi sono sormontati da nicchie con  statue di santi. La parte superiore presenta un finestrone centrale.

La pianta della chiesa è a croce latina ed è divisa in tre navate. La navata centrale è sormontata da una volta a botte. Sulle navate laterali sono presenti le cappelle, due per ogni lato.

Alcuni particolari come la pavimentazione, sono ricavati da altri edifici. In particolare i marmi policromi che ritroviamo nel pavimento provengono da Villa Jovis.

All’interno delle cappelle sono presenti diversi dipinti e statue, realizzate da importanti artisti del tempo. Spiccano anche opere realizzate da allievi della Scuola di Solimena e della Scuola di Luca Giordano.

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