Ci sono luoghi che racchiudono segreti e che diventano parte integrante di leggende popolari: uno di questi è sicuramente la Grotta del Mago a Ischia. La grotta si trova nella parte sud-orientale dell’isola, tra Punta Parata e Punta del Lume.
Nel corso del tempo la grotta ha preso vari nomi, tra cui, per l’appunto Grotta del Mago, perché si dice che i pescatori, che si rifugiavano lì con le loro barche durante il cattivo tempo e le mareggiate, erano soliti vedere un vecchio dalla barba e capelli fluenti, seduto proprio sulle rocce della grotta.
All’interno si potevano udire anche voci misteriose e, talvolta, alcuni giuravano di aver intravisto lì anche delle meravigliose fanciulle. I pescatori molto spesso attribuivano allo spirito benigno che abitava la grotta la buona pesca.
Tuttavia nel a cavallo degli anni Trenta la grotta conosce una certa fama. Infatti, alcuni studiosi tedeschi avvinti dal fascino del luogo, esplorarono la grotta in maniera tanto scrupolosa da notare un accesso a un cunicolo, ostruito dai massi.
Cominciò un lavoro mirato a liberare l’accesso e, una volta fatti saltare i massi, si addentrarono per quella stretta via. Inaspettatamente si ritrovarono in una nuova grotta, i cui gli abbaglianti riflessi argentei contribuivano a creare un’atmosfera unica, quasi magica.
Tale scoperta risulto un’opportunità per G. Giuseppe Sasso, il proprietario dei terreni sovrastanti la grotta, che decise, una volta ottenuta la concessione, di investire sulla grotta per favorirne l’accesso da parte dei turisti. In particolare, fece costruire una passerella tra le due grotte e fece collocare un impianto di illuminazione per migliorare la visibilità. Inoltre, tramite una scala costruita nella roccia era possibile raggiungere la terrazza posta sopra la grotta, dove venne organizzato un servizio ristorante.
La storia della grotta ebbe una certa risonanza sulla stampa locale, nazionale e anche estera. Diversi furono gli studiosi che negli anni avvenire visitarono la grotta, tra cui il professore Mario Puglisi che insieme all’ingegnere Nicola Ciannelli formularono l’ipotesi che attribuivano la genesi della grotta a tempi preistorici. Secondo tale teoria la Grotta del Mago era un luogo dedicato al culto.
C’erano diverse prove a sostegno di questa ipotesi come per esempio la disposizione e la forma, che facevano presagire che la grotta era opera umana e che era utilizzata per culti magico-religiosi solari. Tale ipotesi con relativa tesi furono esposte in un articolo sul “Popolo di Roma” del 28 ottobre del 1934. Sulla scia di questo studio, furono pubblicati ulteriori articoli a sopporto della tesi di Puglisi, così come ne uscirono altrettanti in netto contrasto.
Qualunque sia la verità sulla Grotta del Mago, non resta che scoprirla! La Grotta del Mago è ancora oggi accessibile e si può arrivare tramite un’imbarcazione presa a nolo, oppure grazie alle compagnie che effettuano tour costieri.
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