La Sicilia ha dato i natali al massimo esponente della corrente letteraria del Verismo. Giovanni Verga, nato nel 1840 a Vizzini, nei pressi di Catania è stato uno degli scrittori che ha gettato le basi delle letteratura italiana del 900’.
Molti dei suoi romanzi e delle sue novelle offrono agli occhi del lettore uno spaccato della vita in Sicilia a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, altre opere come ad esempio I Carbonari della Montagna, affrontano invece il tema del Risorgimento Italiano.
Tra le opere più famose dello scrittore siciliano, si distingue per delicatezza e drammaticità il romanzo epistolare Storia di una capinera, da cui fu tratto il celebre film omonimo di Franco Zeffirelli nel 1993.
Ma il capolavoro indiscusso di Verga è certamente il romanzo I Malavoglia, in cui l’autore adotta con grande sapienza la tecnica dell’impersonalità, proponendo al lettore alcune caratteristiche del dialetto siciliano e adattandosi quanto più possibile al punto di vista dei personaggi, abbandonando la consueta mediazione della voce narrante. La storia racconta la vita di una famiglia di pescatori di Aci Trezza, un minuscolo paese siciliano, nei pressi di Catania. Si tratta di un’opera corale che presenta personaggi uniti da una stessa cultura, ma divisi nelle loro scelte di vita, sui quali incombe un ineluttabile destino. Il romanzo fa parte del cosiddetto Ciclo dei Vinti, insieme a Mastro Don Gesualdo e La Duchessa de Leyra, che rimase però solo un abbozzo. I tre romanzi affrontano il tema del progresso dal punto di vista dei Vinti, appartenenti ad ogni categoria sociale.