A partire dal XVI secolo, la dominazione spagnola in Sicilia lascia un forte segno in campo artistico, dando vita ad un barocco, la cui ricchezza ed esuberanza trova maggiore rispondenza all’arte spagnola che alla tradizione italiana.
Il barocco, che in Spagna raggiunge il suo apogeo nella seconda metà del XVII sec., si diffonde quasi contemporaneamente pure in Sicilia, grazie anche alle precedenti influenze arabe e bizantine che hanno abituato i siciliani ad uno stile attento al dettaglio e impreziosito da marmi e dorature.
Palermo, capitale del barocco, può vantare numerose piazze, chiese e monumenti ispirate a questa corrente artistica.
Un esempio è la Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, realizzata da Giacomo Amato, che possiede al suo interno cappelle decorate a stucchi bianchi e dorati e contiene molte opere importanti del XVII e XVIII secolo. Dello stesso architetto è anche la Chiesa di Santa Maria della Pietà, un altro capolavoro del barocco siciliano, risalente al 1678. Si collocano invece tra il 1612 ed il 1645, la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, che spicca per l’imponente cupola e il suo campanile su colonne tortili progettato da Giacomo Amato.
Tra le eleganti piazze del capoluogo siculo, da segnalare la bellissima Piazza Vigliena (più nota come i Quattro Canti), che fu realizzata da Giulio Lasso e proseguita nei lavori da Mariano Smiriglio. I quattro cantoni si snodano in tre livelli decorativi dove la movimentata partecipazione delle sculture con gli elementi architettonici definisce un forte e deciso connotato barocco.
L’arte barocca della Sicilia, con le splendide piazze e chiese di Palermo merita senz’altro di essere scoperta.
Palermo: capitale d’arte barocca
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