Abbiamo già parlato su questo magazine della celebre zuppa di cicerchie, uno dei piatti tipici della cucina di Ponza; questa volta vogliamo soffermarci invece sulla protagonista di questo gustosissimo piatto, ovvero la cicerchia pontina.
Si tratta di un legume che si coltiva essenzialmente in zone poco fertili, ossia tendenti alla carestia e alla siccità; il suo nome scientifico è Lathyrus Sativus ed ha il pregio di garantire un buon raccolto anche quando le altre colture non danno i frutti sperati.
La sua pianta presenta un caratteristico fiore celeste e produce semi ricchi di proteine, ma attenzione: la cicerchia contiene anche una neurotossina chiamata ODAP che può portare disturbi neurodegenerativi e convulsioni. Il segreto per eliminare questa sostanza è nella cottura: grazie all’infusione nell’acqua, infatti, la neurotossina viene distrutta completamente e la cicerchia diventa perfettamente commestibile. Perciò è importante ricordare che questo legume non deve mai essere consumato crudo ma sempre e solo all’interno di ricette che ne prevedono la cottura.
Va ricordato che nella cultura alimentare ponzese i legumi ricoprono un ruolo di grande rilievo: ceci, fave, lenticchie e cicerchie rappresentano gli ingredienti alla base di molte ricette del luogo (leggi anche il nostro articolo sulla lenticchia di Ventotene). Oltre alla già citata minestra, la cicerchia è presente nella ricetta del polpo arrostito sotto forma di letto cremoso, oppure in abbinamento con la pasta. Nulla vieta alla vostra fantasia, inoltre, di dare libero sfogo alla propria creatività, dando vita a ottimi piatti a base di cicerchie, magari proprio quelle acquistate a Ponza durante un weekend o una vacanza.
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