Una figura del Natale partenopeo è lo zampognaro tanto da trovare spazio anche sul presepe napoletano verace. Ma chi erano e chi sono gli zampognari e qual è la tradizione che riguarda la loro presenza nel periodo natalizio?
Cominciamo subito con il dire che gli zampognari hanno origine antichissime, la cui esperienza nel suonare la zampogna e la ciaramella viene trasmessa di generazione in generazione. In particolare, la loro presenza in città si fa evidente durante il periodo della Novena dell’Immacolata Concezione.
Non di rado, infatti, si possono incontrare uomini negli abiti tipici indossati dai pastori che suonano motivi natalizi, tra cui Tu scendi dalle stelle di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Gli zampognari si spostano in coppia, suonando per l’appunto la zampogna, accompagnata dalla ciaramella o da altri strumenti a fiato.
Questa usanza è peculiare dell’italia centro-meridionale, ma con i flussi migratori, talvolta è possibile assistere agli spettacoli degli zampognari anche in alcune città del Nord.
Come abbiamo detto la tradizione degli zampognari è abbastanza antica, e pare che la loro origine sia attribuibile al vicino Oriente e che si spostassero verso Roma. In Italia si è radicata particolarmente nel mondo pastorale, del resto la zampogna serviva proprio per richiamare il gregge e radunare i capi di bestiame.
Il passaggio degli zampognari in città era dovuto anche allo spostamento delle mandrie dal pascolo ai rifugi invernali.
La fama dello zampognaro si è creata proprio a Napoli. Nella metà del Settecento, infatti, il suono della zampogna accompagnava le preghiere di Alfondo Maria de’ Liguori.
Proprio questa fama fece diventare gli zampognari non solo il simbolo del Natale, ma anche dei personaggi introdotti sul presente, generalmente situati proprio nei pressi della grotta, dove viene allestita la scena della Sacra Famiglia.
Nelle comunità rurali la zampogna accompagna, con il suo suono, gli eventi più importanti, non solo religiosi, ma anche mondani.