L’isola di Salina ospita il Museo Eoliano dell’Emigrazione, un luogo dove memoria e cultura eoliana sopravvive per raccontare la storia di chi, ha abbandonato le isole dell’arcipelago eoliano per trovare fortuna oltreoceano. Il museo è stato realizzato dall’Associazione C.I.R.C.E.
Il progetto ha visto anche la collaborazione di docenti dell’Università di Messina e dell’Università di New York. I materiali raccolti a Salina e all’estero hanno il compito di testimoniare l’ondata migratoria che interessò l’isola nel corso dell’Ottocento e Novecento.
Il Museo Eoliano dell’Emigrazione si trova nei pressi della Biblioteca Comunale, dove sono conservati i documenti e i materiali audiovisivi che ci offrono uno spaccato nazionale e sulle comunità eoliane per quanto riguarda i viaggi verso le Americhe e l’Australia, queste ultime mete preferite per chi lasciava il bel paese in cerca di fortuna.
I reperti presenti nel museo sono disposti in ordine cronologico, così da chiare gli aspetti che hanno decretato il fenomeno dell’emigrazione. Tra questi ultimi possiamo ricordare eventi quali l‘invasione della filossèrica che determinò la distruzione delle viti nella primavera del 1889, e il conseguente il crollo dell’economia isolana.
Non mancano infografiche che mostrano visivamente la crescita del fenomeno migratorio e la direzione dei flussi. Non mancano elenchi che riportano i nomi di coloro che hanno abbandonato le isole Eolie, i cui nominativi sono stati recuperati dai registri della Capitaneria di Porto di Messina e dall’Ufficio Emigrazione.
Sono esposti materiali che enfatizzano la partenza verso le sponde d’oltreoceano, mentre il materiale fotografico ci mostra come avveniva il trasferimento dei passeggeri. Le immagini ci mostrano che le isole venivano abbandonate con barche, che caricavano i passeggeri su navi più grandi che li avrebbe condotti al porto di Messina, per poi salire sul transatlantico che li avrebbe portati verso le mete oltreoceano.
Ci sono anche testimonianze che documentano le partenze di fine Ottocento e i primi del Novecento, tra cui bagagli capi di abbigliamento, lettere e così via. Ci sono spazi dedicati al racconto delle comunità eoliane d’America, anche attraverso il racconto delle biografie dei personaggi di spicco eolo-americani.
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